Il Corbezzolo, la pianta dell'unità d'Italia

Correva l'anno 2011, ricorrevano i 150 anni  dell'unità d'Italia, si scelse il corbezzolo la pianta simbolo dell'Italia, per i suoi frutti rossi, fiori e polpa bianca e  foglie verdi. Il corbezzolo era una pianta notaCORBEZZOLO ROSSO solo ai frequentatori di boschi, nonostante sia una della piante della macchia mediterranea, ma questa specie sta diventando sempre più difficile trovarla negli ambienti naturali. L'anniversario della Unità d'Italia però rappresenta la riscoperta di questa pianta da parte degli italiani, i suoi frutti rossi e carnosi si trovano sempre più spesso nei supermercati (da 14€/kg) e non mancano anche gli impianti intensivi di questo arbusto. Il corbezzolo si trova sempre sempre più frequentemente nei giardini pubblici e privati .In Italia nel primo Novecento fu molto usata per decorare i Parchi della Rimembranza dedicati ai caduti della Prima Guerra Mondiale. E' una pianta rustica, resistente alla siccità ed al fuoco, dopo gli incendi riparte facilmente.

Il corbezzolo ha trovato il suo posto nella letteratura Italiana, i tre colori della pianta non sfuggirono a Giovanni Pascoli che compose un'ode ad essa dedicata dal titolo:

Il corbezzolo

O tu che, quando a un alito del cielo
i pruni e i bronchi aprono il boccio tutti,
tu no, già porti, dalla neve e il gelo
salvi, i tuoi frutti;
e ti dà gioia e ti dà forza al volo
verso la vita ciò che altrui le toglie,
ché metti i fiori quando ogni altro al suolo
getta le foglie;
i bianchi fiori metti quando rosse
hai già le bacche, e ricominci eterno,
quasi per gli altri ma per te non fosse
l’ozio del verno;
o verde albero italico, il tuo maggio
è nella bruma: s’anche tutto muora,
tu il giovanile gonfalon selvaggio
spieghi alla bora:
il gonfalone che dal lido estrusco
inalberavi e per i monti enotri,
sui sacri fonti, onde gemea tra il musco
l’acqua negli otri,
mentre sul poggio i vecchi deiformi
stavano, immersi nel silenzio e torvi
guardando in cielo roteare stormi
neri di corvi.
Pendeva un grave gracidar su capi
d’auguri assòrti, e presso l’acque intenta
era al sussurro musico dell’api
qualche Carmenta;
ché allor chiamavi come ancor richiami,
alle tue rosse fragole ed ai bianchi
tuoi fiori, i corvi, a un tempo, e l’api:
sciami,
àlbatro, e branchi.
Gente raminga sorveniva, e guerra
era con loro; si sentian mugliare
corni di truce bufalo da terra,
conche dal mare
concave, piene d’iride e del vento
della fortuna. Al lido navi nere
volgean gli aplustri con d’opaco argento
grandi Chimere; che avean portato al sacro fiume ignoto
un errabondo popolo nettunio
dalla città vanita su nel vuoto
d’un plenilunio.
Le donne, nuove a quei silvestri luoghi,
ora sciogliean le lunghe chiome e il
pianto
spesso intonato intorno ad alti roghi
lungo lo Xanto;
ed i lor maschi voi mietean di spada,
àlbatri verdi, e rami e ceree polle
tesseano a farne un fresco di rugiada
feretro molle,
su cui deporre un eroe morto, un fiore,
tra i fiori; e mille, eletti nelle squadre,
lo radduceano ad un buon re pastore,
vecchio, suo padre.
Ed ecco, ai colli giunsero sul grande
Tevere, e il loro calpestìo vicino
fugò cignali che frangean le ghiande
su l’Aventino;
ed ululò dal Pallantèo la coppia
dei fidi cani, a piè della capanna
regia, coperta il culmine di stoppia
bruna e di canna;
e il regio armento sparso tra i cespugli
d’erbe palustri col suo fulvo toro
subitamente risalia con mugli
lunghi dal Foro;
e là, sul monte cui temean le genti
per lampi e voci e per auguste larve,
alta una nera, ad esplorar gli eventi,
aquila apparve.
Volgean la testa al feretro le vacche,
verde, che al morto su la fronte i fiocchi
ponea dei fiori candidi, e le bacche
rosse su gli occhi.
Il tricolore!… E il vecchio Fauno irsuto
del Palatino lo chiamava a nome,
alto piangendo, il primo eroe caduto
delle tre Rome.
La bellezza di questa pianta ,che fiorisce quando alle altre piante cadono le foglie, non era sfuggita ai poeti latini,quali Ovidio, Virgilio e Plinio il vecchio:
Libera, non toccata dal rastrello, non solcata
dall'aratro, la terra produceva ogni cosa da sé
e gli uomini, appagati dei cibi nati spontaneamente,
raccoglievano corbezzoli, fragole di monte,
corniole, more nascoste tra le spine dei rovi
e ghiande cadute dall'albero arioso di Giove.»
.. Ovidio. Metamorfosi, I, 89-112

«[...] Altri al suo corpo,
altri a la bara intenti, avean di quercia,
d'àrbuto(corbezzolo) e di tali altri agresti rami
fatto un ferètro di virgulti intesto
e di frondi coperto, ove altamente
del giovinetto il delicato busto
composto si giacea qual di vïola,
o di giacinto un languidetto fiore
còlto per man di vergine, e serbato
tra le sue stesse foglie, allor che scemo
non è del tutto il suo natio colore
né la sua forma; e pur da la sua madre
punto di cibo o di vigor non ave.»

(Virgilio, Eneide, XI, vv. 64-65)

98 Aliud corpus et terrestribus fragis, aliud congeneri eorum unedoni, quod solum pomum simul e frutice terraeque gignitur. arbor ipsa fruticosa. fructus anno maturescit, pariterque floret subnascens et prior coquitur. mas sit an femina sterilis, inter auctores non constat.

99 pomum inhonorum, ut cui nomen ex argumento sit unum tantum edendi. duobus tamen his nominibus appellant Graeci comaron et memaecylon, quo apparet totidem esse genera; et apud nos alio nomine arbutus vocatur. Iuba auctor est quinquagenum cubitorum altitudine in Arabia esse eas.

traduzione: Un corpo e bacche terrestri, un altro loro parente unedoni, che solo è prodotto dal cespuglio e dalla terra allo stesso tempo la mela. L'albero stesso è cespuglioso. Il frutto matura in un anno e fiorisce anche, crescendo sotto, e viene cotto per primo. Se sia sterile maschio o femmina, non è un accordo tra gli autori.

Una mela disonorevole, tanto che il suo nome si basa sull'argomento che è un solo alimento. Tuttavia, i Greci la chiamano comaro e memaecylon con questi due nomi, il che dimostra che ne esistono altrettante specie; e tra noi è chiamata corbezzolo con un altro nome. Juba è l'autore dell'opinione che in Arabia siano alte cinquanta cubiti.

Plinio il vecchio -Naturalis Historia .Liber KV -29

 

Biologia

CORBEZZOLO VERDEArbutus unedo L., Conosciuta volgarmente come: Xorbezzolo, àlbatro, àrbuto, arbutella (numerosissimi sono poi i nomi usati nelle diverse regioni italiane ,Il nome specifico unedo deriva dal sostantivo maschile latino ŭnēdo, ōnis usato per denominare sia la pianta che il frutto del corbezzolo. Alcuni sostengono che derivi da “ŭnum ĕdo” (= ne mangio uno) nel senso che nonostante l’aspetto invitante il gusto insipido del frutto fa sì che non se ne mangi più di uno(secondo Plinio il Vecchio) in realtà se a giusta maturazione ne mangi più di uno. . Dal nome greco del corbezzolo κόμαρος derivano alcuni nomi dialettali della pianta. Invece corbezzolo è di incerta derivazione, alcuni lo derivano da corruzione volgare del latino arbŭtus mentre per altri deriva da un ipotetico corbiceus da corbus (= corvo) poiché questi animali ne mangiano volentieri i frutti. Il corbezzolo è un arbusto sempreverde  che può presentarsi come piccolo albero a crescita piuttosto lenta ed è tipico della macchia mediterranea. Il fusto tende a contorcersi e ha corteccia grigio-rossastra. La pianta si rigenera facilmente e quindi resiste bene agli incendi Le foglie contengono sostanze ad azione antisettica, anti-infiammatoria, astringente e diuretica. I frutti sono ricchi di sostanze anti-ossidanti e sono anch’essi astringenti.Con le foglie e i frutti si producono quindi tisane e infusi indicate in particolare per affezioni delle vie genito-urinarie e gastro-intestinali e dell’apparato epato-biliare. I frutti sono commestibili, ma consumati i gran quantità possono provocare disturbi intestinali. Essi, pur contenendo una buona quantità di zuccheri, risultano piuttosto insipidi e non sono graditi a tutti. Sono comunque usati per preparare marmellate o per aromatizzare grappe, fatti fermentare in acqua e vino producono il “vino” di corbezzolo. Molto rinomato è il miele di corbezzolo, scuro, amaro e balsamico che viene prodotto in ridotta quantità poiché la pianta fiorisce nel tardo autunno e in inverno. .  ,

La pianta è usata come elemento decorativo di giardini per il fogliame denso e lucido, per il rosso dei frutti e la bellezza dei fiori e quindi esistono in commercio diverse varietà coltivate.

Nell'Orto botanico ddel Giardino dei profeti, in occasione della FestA del'albero 2025 saranno messi a dimora 30 alberi di corbezzolo.