Metaponto brucia. Un’altra volta.!!! Quasi 80 anni di pineta bruciati in poche ore
La pineta costiera diventa riserva di Metaponto nel 1972,ma nasce come pineta di protezione nel dopoguerra , quindi fine anni quaranta, un capolavoro di madre natura, plasmato in 80 anni e ridotto in cenere in poche ore.
Non so quanti ricordano quello del Luglio 2017 , allora le superfici interessate furono maggiori (150 ettari) rispetto a quelle del 9 luglio 2025 (50 ettari) https://www.youtube.com/watch?v=-RSE71tZTV4 e https://www.ceabernaldametaponto.it/index.php/educazione-ambientale/188-a-fuoco-la-pineta-di-metaponto-sviluppo-insostenibile .
Questa volta la tragedia ha colpito e/o lambito strutture produttive, mettendo in pericolo vite umane, compreso lo sgombero di 2000 persone dalla strutture turistiche. Pazzesco. il link del video di Metachannel è esaustivo , triste e reale https://www.youtube.com/watch?v=lnx6Tk0rnjs (splendido video Metachannel), gran bel video anche quello dell'ing. Rino Collocola.
Per noi di Cea Bernalda e Metaponto la pineta di Metaponto è (o è stata) casa nostra.
I nostri volontari da 14 anni, hanno organizzato visite guidate, per scolaresche e gruppi di turisti.
Come non ricordare le splendide passeggiate nella fascia tagliafuoco, dai pressi del Camping Riva dei Grecia fino a Lago Salinella. Come non dimenticare le passeggiate coast to coast da Bradano e Basento lungo la fascia tagliafuoco.
Abbiamo fatto scoprire la nostra storia, attraverso racconti passeggiando (emulando Pitagora), story telling quindi, dai grandi viaggiatori stranieri del XIX secolo agli eroi della bonifica , dalla miseria del dopoguerra e alla malaria, dall’incontro di Ottaviano e Antonio sulle rive del Bradano alle grandi opere di sistemazione dei suoli della Chora, da Pitagora a Ippaso, dal latifondo alla Riforma Agraria,ecc...
La pineta per noi era il "campo di battaglia" dal punto di vista etnoantropologico, ogni essere vivente della pineta racconta una storia, spesso tra miti e leggende. Racconti che i turisti hanno sempre apprezzato, rinunciando ad una briscola nella struttura turistica, per dissetare la loro voglia di cultura.
I turisti oltre alle serate, al bel mare ,al buon cibo ed alla nostra ospitalità, hanno portato con sé e custodito come preziosi souvenir , nei loro cuori, un pezzo della nostra storia. Storie che poi si raccontano al ritorno a casa.
Tutto questo e non solo , è scritto nella Pineta di Metaponto, basta saperla leggere e recitarla. Ogni angolo della Pineta ci è nota, dalla foce del Basento fino a Lago Salinella.
Per noi di Cea B&M la pineta di Metaponto non è ... solo una Pineta.
Come ci si sente a guardare le immagini dell’incendio del Luglio del 2025? Potete immaginarlo.
Basti pensare che dopo l’incendio del 2017 non abbiamo accompagnato più nessuno nella fascia tagliafuoco nella pineta bruciata, ossia da Riva dei Greci fino alla foce del Bradano. Non abbiamo avuto più voglia e coraggio di attraversarla con gruppi di turisti e scolaresche. La tristezza prende il sopravvento sulla voglia di raccontare.
Entrando nel merito dell’incendio del 2025, i commenti sui social si sprecano, le invettive contro i presunti piromani e contro le istituzioni la fanno da padrona.
Spetta alle autorità capire se l’incendio sia stato doloso o colposo. Si parla di piromani ? Non so.
Dalla analisi dei video presenti in rete e delle testimonianze di chi era in zona, pare che l’incendio sia partito da contrada Sansone,.... se fosse stato doloso sarebbe partito direttamente dalla pineta. E’ solo una mia opinione ovviamente.
Un incendio di così vaste dimensioni, spinto da un diabolico vento forte di tramontana, ha trovato il suo “carburante” nelle sterpaglie che “adornano” i margini delle nostre strade, delle cunette , dei fossi e purtroppo anche dei terreni agricoli ,non più coltivati e sono tanti.
Attraversando le nostra campagne,in questa primavera, in lungo e in largo,(faccio l’agronomo) non potevo non notare la presenza di erbacce che colonizzavano il nostro territorio, frutto di una primavera piovosa, che ha fatto sì che anche le aree sfalciate da poco, ad Aprile, fossero nuovamente infestate di malerbe nel mese di Maggio!!! Poi un mese di Giugno rovente ha fatto sì che quelle erbacce diventassero benzina.
Quindi? Non è tempo di analisi e polemiche. Bisogna ripartire.
Un disastro che deve far riflettere sulla fragilità del territorio, che ha bisogno di una rivoluzione copernicana nella gestione della pineta, del territorio e di Metaponto in particolare.
I commenti, opportuni o meno, li lasciamo ai social, alla politica invece sarebbe i caso di fare meno passerelle e più fatti.