Succede che, una sera, nei pressi del Campo sportivo di Bernalda, ti trovi davanti un bel lupo che, in maniera disinvolta, percorra le vie periurbane di Bernalda. L'animale provenendo da Via Ruffilli ha proseguito indisturbato su via Maestri del Lavoro. La cosa non è sfuggita agli automobilisti che, stupiti e divertiti, hanno filmato il "lupo solitario". La nostra associazione si è già occupata del "problema" in Basilicata circa un decennio fa organizzando un convegno sul tema,ma un lupo nel centro urbano fa ovviamente veramente notizia. Oggi come allora, abbiamo coinvolto Fabio Quinto, responsabile del monitoraggio regionale del lupo, il quale ci ha inviato un importante contributo di educazione ambientale nel merito, che pubblichiamo volentieri.
(Articolo di Fabio Quinto) In base all’ultimo monitoraggio nazionale del lupo condotto da ISPRA (Istituto superiore per la protezione e ricerca ambientale), le popolazioni del lupo appenninico (Canis lupus italicus) in Italia risultano distribuite sul 25% del territorio nazionale. Si tratta di un sensibile incremento rispetto ai rilievi del 2012, quando tale distribuzione risultava essere del 18,04%. Ciò significa che i lupi stanno riconquistando gli habitat perduti dopo secoli di persecuzioni ed eliminazioni sistematiche, che hanno portato questi magnifici predatori sull'orlo dell'estinzione. Grazie alle rigorose misure di tutela avviate negli anni '70 del secolo scorso, alle immissioni di ungulati selvatici e all’istituzione di parchi e aree protette, questi animali hanno iniziato a risollevarsi e oggi “rivendicano” il proprio territorio di caccia. Gli ultimi esemplari erano rimasti confinati nelle zone appenniniche centro-meridionali come proprio i boschi lucani; proprio da lì è iniziata la diffusione che oggi arriva ad abbracciare anche le Alpi. Insomma, nonostante le numerose minacce cui i lupi sono ancora esposti, oggi la specie sta indubbiamente meglio rispetto al recente passato, e avvistamenti di questi animali in luoghi “insoliti” vengono fatti sempre più spesso, anche in contesti urbani. Dopo la lupa di Potenza e i famosi lupi di Tolve, tra le ultime segnalazioni si registra quella nella periferia del centro cittadino di Bernalda.
Ma perché i lupi si avvicinano ai centri abitati? E come ci si deve comportare nel caso in cui se ne dovesse incontrare uno? Ecco cosa c'è da sapere.
I lupi sono animali notoriamente schivi, che si tengono a distanza di sicurezza dall'uomo, ritenendolo una seria minaccia per la propria sopravvivenza. Del resto, dopo secoli di persecuzioni, non potrebbe essere altrimenti. Ma come indicato, negli ultimi anni questi predatori vengono avvistati anche nei pressi dei centri urbani in tutta Italia.
E’ solito ormai osservare cinghiali ed altri ungulati avvicinarsi ai centri urbani per cercare da mangiare. I lupi, loro predatori naturali e specie opportunista, semplicemente li inseguono e li cacciano anche qui. Di solito sono individui solitari e in dispersione alla ricerca di cibo facile. Inoltre, avvicinandosi alle aree antropizzate, i predatori possono entrare in contatto con bestiame, animali domestici e cassonetti con cibo scartato, stimoli che potrebbero spingerli a “pattugliare” la zona in cerca di un pasto facile.
Se si dovesse incontrare un lupo in questi giorni, come è successo domenica sera, non bisogna assolutamente spaventarlo, e soprattutto bisogna evitare di puntare la luce del cellulare addosso al lupo, ma avvisare subito le autorità chiamando i Carabinieri Forestali al 1515.
Per questa ragione tutti coloro che abitano in zone con segnalazioni di lupi è importante che si rispettino alcune buone norme per favorire la pacifica convivenza:
- i lupi sono una specie opportunista, per cui in determinate situazioni possono predare anche animali domestici, come gatti o cani di piccola-media taglia. Per la sicurezza dei nostri amici a quattro zampe, è quindi importante assicurarsi che durante la notte siano ospitati in luoghi adatti (al chiuso, o in aree adeguatamente recintate).
- è importante che i lupi non imparino a sfruttare fonti di cibo in contesti urbani, in modo tale che mantengano il loro carattere schivo e selvatico. Quindi è necessario in primo luogo non lasciare cibo a loro disposizione (né di altri animali selvatici, come le volpi), assicurandosi che il pattume non sia abbandonato lungo la strada ma posto in bidoni a prova di animali selvatici (anche di cinghiali) e nel caso di colonie feline cercare, se possibile, di fornire il cibo durante la mattina e ritirarlo la sera.
- in caso di avvistamenti, mantenere una distanza adeguata (nel caso del lupo, circa 100 metri; per caprioli e cinghiali, circa 20) sia per la nostra sicurezza, sia per non creare disturbo agli animali. Evitare di seguirli in auto per lunghi tratti per scattare foto o video: li costringeremmo a sprecare importanti energie per sopravvivere.
- siccome la cultura dell’animale ‘nocivo’ è purtroppo ancora diffusa in molte zone d’Italia, nel caso notiate bocconi sospetti, che potrebbero rappresentare esche avvelenate pericolose sia per animali selvatici che domestici, avvertite prontamente i Carabinieri-Forestali al numero 1515, che provvederanno a bonificare l’area con l’aiuto dei cani antiveleno.
