Il tartufo di Metaponto sulle tavole di mezza Italia…ma non sulle nostre, anzi a noi i danni.

5 (Copia)Bernaldesi e metapontini non hanno la cultura e tradizione di andare “per boschi” oppure lo fanno in pochi e spesso in “altri” boschi, spesso gite fuori porta, ma la passeggiata, in quella che noi chiamiamo pineta è un deja vu che non tira molto. Cultura e tradizione che invece appartengono a passeggiatori dei comuni limitrofi quali Scanzano, Policoro, Nova Siri,Ginosa ed altre zone del barese. Forse perchè provengono dalle aree interne della Lucania, laddove l’andar per boschi è un vero stile di vita? E’ probabile, eccetto che per i pugliesi sempre più numerosi ed invasivi? Per raccogliere tartufi occorre un patentino, circa 4000 sono le autorizzazioni rilasciate in Italia di cui ben un centinaio solo tra Scanzano e Policoro, chiaramente, devastate queste, l’assalto nella vicina Metaponto è la nuova frontiera.
2 (Copia)In questi giorni nella nostre pinete è in atto una vera e propria aggressione a colpi di zappette, tartufari e…polpette avvelenate (non è una metafora) per cani cercatori di tartufi. Procediamo con ordine e parliamo brevemente del tartufo di Metaponto.
Nella nostra riserva è presente in grande quantità in tartufo meno pregiato (si fa per dire), il  Tuber Borchii Vittadini noto come; "Bianchetto” o “Marzuolo" ha forma globosa piuttosto regolare, la zona esterna (peridio) è liscia e di colore biancastro negli esemplari giovani, bruno con maculature rugginose a maturazione. La parte interna (gleba) è dapprima biancastra, successivamente fulva e poi bruno violacea, ha vene bianche che tendono a imbrunire leggermente. Matura da gennaio ad aprile, emana un odore intenso, agliaceo. Nei rimboschimenti di conifere viene frequentemente confuso con altri tartufi con peridio biancastro e liscio quali T. maculatum e T. oligospermum. Il clima non ne condiziona, in genere, la maturazione dei carpofori, che avviene dall'autunno alla primavera, ma ilperiodo consentito va da gennaio ad aprile. Il suo prezzo di mercato, sul campo, si aggira sui 100-200 € per Kg. A sentire i racconti dei tartufai, di solito 3 (Copia)sempre sornioni e diffidenti verso l’intervistatore di turno, ”le pinete joniche, sono ricche di tartufi anche di buona qualità: dal bianchetto, al bianco d'Alba, allo Scorzone“. Dai racconti apprendiamo anche che il “nostro” tartufo viene venduto a grossisti pugliesi che lo rivendono a ristoratori per impreziosire i succulenti piatti nelle zone storiche del tartufo del centro nord. Si parla anche di quantità importanti. Le considerazione che un’altra prelibatezza del nostro territorio (tipo olio per capirci) faccia da attrattore  per altre aree, viene ovviamente spontanea, ma ci fermiamo alla constatazione oggettiva, per il momento puntiamo il dito sul discorso ambientale. Nel tratto di pineta che va da Policoro a Pisticci, la lotta tra i tartufari è senza quartiere, i tartufaro parla di raccolta fuori dal periodo consentito, di un uso spropositato di cani, di zappette o addirittura piccoli mezzi meccanici che esplorano e devastano il sottobosco e addirittura uso di polpette e acque avvelenate per cani. Come associazione abbiamo taciuto su questo problema finora allo scopo di evitare l’effetto boomerang, ossia che un grido d’allarme  si tramutasse in attrattore verso cercatori senza scrupoli, ma credo sia giunto il momento di denunciare il problema.
1 (Copia)L’appello alle forze dell’ordine di vigilare ed anche alle popolazioni locali è di essere più presenti sul territorio, di privilegiare le passeggiate fuori porta nella nostra pineta di Metaponto, di godere le straordinarie bellezze naturalistiche di cui siamo dotati e  di denunciare tutte le situazioni di abuso rilevate.