La Petra di San Giovanni (o parete) è un rudere di un castello (o monastero fortificato) presente in contrada Avenella, su un area demaniale di proprietà del Comune di Bernalda,ma praticamente sconosciuto dalla popolazioni locali. Il sito è in stato di totale abbandono e in prospicenza all'area archeologica (sopra?) , è stato realizzato un frutteto.


 Diverse e anche confuse sono le citazioni sul sito archeologico,le nostre ricerche sul web e dagli archivi le mettiamo a disposizione degli storici affinchè possa  essere occasione di spunto per una ricostruzione storica precisa dell'area, al fine di valorizzare e proteggere questo importante sito medioevale presente nel nostro territorio, più popoloso di Camarda fino al XIII sec. 

I metapontini fuggiaschi dopo la distruzione della città ad opera dei romani , si rifugiarono sulle colline limitrofe alla costa(Pisticci, Ferrandina,Montescaglioco, Matera,ecc...)ma il pianoro più vicino(e fertile) era quello della Avinella,nel pieno della cosiddetta chora, dove fu fondato un casale un poco più grande degli altri, appunto il casale Avinella, dotato di un monastero fortificato  (Grancia?) ed un villaggio piuttosto popoloso. San Giovanni della Avinella, appunto.

Il nome deriva da uno tanti possessori a cui è stato ceduto il feudo, nella specie l'Ordine di San Giovanni, pare che sia il primo possedimento giovannita del Mezzogiorno. Attorno al castello con monastero annesso era allocato il Casale Avinella che nel XIII secolo era più popoloso di Camarda. Il popoloso villaggio(casale)era  sito in contrada Avinella ,tra Bernalda e Metaponto e fu completamente distrutto da un violento terremoto(?) o dai saraceni. Evento ancora poco chiaro, una mistero vero e proprio.Dopo la sua distruzione la popolazione si spostò nei pressi della chiesa di San Donato dove fondò (o contribuì a popolare) il villaggio di Camarda. 

parete di san giovanni

 Nel file allegato sono riportate una serie di citazioni presenti nelle varie publicazioni rilevabili sul web, sono solo alcuni spunti lanciati agli storici per un proficuo lavoro di ricerca e valorizzazione, noi di Cea lanciamo il sasso, segnaliamo e denunciamo lo stato di abbandono. Nelle nostre escursioni riservate ai turisti, un posto di rilievo è riservato anche a questo sito, raggiungibile in bicicletta da Bernalda mediante  una comoda passeggiata di un'ora.

Il Liceo Scientifico Parisi di  Bernalda ha adottato il sito allo scopo du studiarnela storia, promuoverlo e valorizzarlo. La parete di San Giovanni è il teminale delle ciclopasseggiata nella Chora che la scuola organizza insieme a Cea da qualche anno a questa parte.

Allegato: Casale Avinella.pdf

Ciclopasseggiata nella Chora 2017

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La céramique médiévale de Pietra San Giovanni (Basilicate)
In: Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes T. 88, N°2. 1976. pp. 693-743.
Résumé
Ghislaine Noyé, La céramique médiévale de Pietra San Giovanni (Basilicale), p. 693-743.
Le site de Pietra San Giovanni, éperon barré de la province de Matera, appartient au groupe important des établissements
perchés d'Italie méridionale. Occupé dès le XIe siècle il perd sans doute rapidement son caractère de forteresse et s'étend aux XIIIe et XIVe siècles. La fouille, outre le niveau d'habitat, a surtout révélé une série de fosses réutilisées comme dépotoirs mais de destination première encore difficile à déterminer. Ces dernières ont livré une importante quantité de céramiques permettant une étude des pâtes, des dégraissants et des engobes ainsi que de quelques formes reconstituées (jarres, cruches et pichets de céramique commune). Les récipients décorés comprennent principalement de la vaisselle de table glaçuree verte et des formes ouvertes dont les motifs peints sont recouverts d'une glaçure incolore plombifère.

 

REGII NEAPOLITANI ARCHIVI MONUMENTA DOCUMENTI DEL REGIO ARCHIVIO NAPOLETANO

Anno 1119

Nel nome del Signore nostro Gesù Cristo, nell‘anno millesimo centesimo decimo nono della sua incarnazione, nel mese di luglio, dodicesima indizione. Io contessa Emma, figlia del conte Ruggero, signora della città severiane, mentre con mio figlio domino Ruggero machabeo risiedevamo presso il castello della nostra città della sancte Trinitatis, venendo in nostra presenza frate Ugone precettore del sacro hospitale, umilmente chiese e supplicò che per la misericordia di Dio e per nutrire gli ospiti, donassimo a quello per lavorarle le terre ad esso adiacenti sopra il fiume basenti nei confini del casale di avinelle. Noi invero ben disposti nei confronti delle sue suppliche, volendo soddisfare con desiderio alle sue umili e devote richieste, trovammo tuttavia che le predette terre che ci chiedeva, appartenevano al monastero di San Michele. Allora facemmo chiamare in presenza nostra domino Guarino, venerabile abate del predetto monastero, e lo pregammo che per visione dell‘amore di Dio e per intervento della nostra preghiera, desse al predetto frate per riguardo del suddetto hospitale le anzidette terre che appartenevano al predetto monastero, in modo tuttavia che il prenominato monastero non volevamo che per niente soffrisse alcun danno, per certo volendo che in cambio avesse in più del bene equivalente. Tuttavia invero l‘anzidetto abate con ferma decisione si pose nelle mani della predetta signora e disse che era pronto a fare qualsiasi cosa piacesse alla sua volontà. Allora la signora fece chiamare domino Gaudio venerabile abate di santa Maria di pisticii e altri suoi potenti, vale a dire domino Arnaldo, figlio di Isimbardo, domino Roberto di sancti Iuliani, domino Goffredo di puliniani e gli altri sottoscritti idonei testimoni, e in presenza nostra e dei predetti testimoni domino Guarino venerabile abate per certo offrì e consegnò per il sacro libro dei vangeli le terre prenominate e le diede nelle mani del predetto frate Ugone, che le ricevette per la parte dell‘anzidetto hospitale affinché in nessun tempo futuro né lo stesso abate e neppure i suoi successori violassero o annullassero la predetta consegna ma in ogni futuro tempo la avessero ferma e solida. Invero i confini delle predette terre sono questi. Il primo confine é dall‘aia di Landone che é sopra il confine del casale abbandonato di avinelle, dallo stesso confine come scende direttamente per mentiolam e va al fiume basenti. Il secondo confine é come discende l‘acqua del basenti fino all‘albero contrassegnato con una croce. Io suddetta contessa Emma insieme con il predetto figlio mio, davanti ai predetti testimoni ho offerto e consegnato per il santo libro dei vangeli nelle mani del predetto domino Guarino, venerabile abate del monastero anzidetto, le terre che sono vicino al fiume bradani e in cambio gli abbiamo dato delle terre che tenevamo per la parte del predetto monastero di cui questi sono i confini. Il primo confine é sotto la piccola ruota e porta direttamente sotto la mensam imperatoris dove é l‘altro confine della chiesa del santo Salvatore. Il secondo confine é come scende dallo stesso luogo e va direttamente per il sentiero che é sopra la mense imperatoris e va direttamente fino al mare e per far conoscere il predetto limite facemmo conficcare grandi pietre contrassegnate con il marchio del predetto monastero. Il terzo confine é come sale l‘acqua del bradani fino al guado luccari e invero dal guado porta direttamente alla predetta piccola ruota. Altresì entro questi confini delle terre sopraddette come é contenuto di confine in confine, abbiamo offerto e consegnato allo stesso anzidetto abate e ai suoi successori e al prenominato monastero di san Michele affinché ciò abbiano, dominino, possiedano e ne facciano come piacerà alla loro volontà e in nessun tempo futuro né noi né i nostri successori o eredi ritorneremo contro la stessa donazione ma sempre in ogni tempo futuro la avremo ferma e stabile. E come sovrappiù delle stesse terre abbiamo dato al prenominato abate e al predetto monastero un libro dei vangeli coperto di argento e dappertutto dorato. E al predetto frate Ugone comandammo che ogni anno nella festa di san Michele nel mese di maggio doveva visitare il sopraddetto monastero con due giovenche o un puledro e il predetto frate Ugone prese obbligo solennemente per la parte del detto hospitale e per i suoi successori, davanti a noi e davanti ai predetti testimoni. E se non volessero fare ciò, la donazione non sia valida ma tutte le cose ritornino nel primo stato. Di poi a tutela di questo frate e del predetto monastero facemmo quindi fare il presente documento e comandammo anche di fare un altro simile per la parte del predetto hospitale per mano del notaio Giuliano che diede assistenza nell‘anno, nel mese e nell‘indizione prima indicati e anche sottoscrivemmo il segno della santa Croce con le nostre proprie mani.

 Segno della mano di domina Emma contessa, figlia del predetto conte Ruggero.

 Segno della mano di domino Ruggero machabei, figlio della predetta contessa.

 Segno della mano di Arnaldo, figlio di Isimbardo.

 Segno della mano di Roberto di sancti Iuliani.

 Segno della mano di Goffredo puliniani.

 Io Gaudio, abate di santa Maria di pesticii, fui presente.

 Segno della mano di Osmundo severiane.

 Segno della mano di domino Roberto barrati, comestabile della predetta contessa.

 Il giudice Maraldo avvocato..